"Dove sono tutti questi cittadini ?".

 

La domanda della Signora Vaghi [fatta nel filmato proiettato n.d.r.] è la stessa domanda che il nostro sindaco ha fatto all'inizio del Consiglio Comunale del 9 Marzo 2006 con di fronte quasi 500 persone che chiedevano innanzitutto più informazione.

 

Non ci saranno qui stasera tutti i ventimila cittadini di Seveso, ma per ogni persona che c'è qui stasera ce n'è almeno un'altra che è a casa e sta curando i suoi figli, per ogni persona che c'è qui stasera, perchè ha scelto di essere qui, ha voluto essere qui, c'è n'è almeno un'altra anziana che non può essere qui perchè fa fatica ad uscire alla sera o perchè ha difficoltà a stare dove c’è molta gente.

Durante il Calendimaggio ne abbiamo incontrate tante di queste persone che ci hanno manifestato il loro desiderio di essere qui ma la loro impossibilità ad esserci.

 

Noi chiediamo che stasera qui si usi la ragione.

Noi chiediamo che stasera i politici che hanno il potere che gli è stato dato dalla gente si pongano di fronte alla realtà usando la ragione.

Noi chiediamo che stasera si abbandoni il "partito preso", che si abbandoni una posizione ideologica in cui la realtà è già predefinita.

Noi chiediamo ai politici di abbandonare una posizione fondamentalista in cui si è già definito che un certo approccio tecnico debba essere utilizzato sempre, indipendentemente dalla realtà urbanistica a cui ci si trova di fronte.

Chiediamo innanzitutto di guardare la realtà, di aprire la ragione ad un percorso possibile, vantaggioso e duraturo per tutti, come abbiamo scritto nel pieghevole che abbiamo mandato in tutte le famiglie di Seveso.

 

Chiunque non sia disponbile a questa apertura della sua ragione alla realtà stasera qui perde il suo tempo.

Ma si ricordi  che non ha una posizione umana, perchè l’uomo è quel livello della natura che usa la ragione per affrontare la realtà. Una ragione aperta a 360 gradi, una ragione impegnata in un lavoro sulla realtà che ha di fronte, una ragione adeguata alla realtà che ha di fronte.

 

E’ questo che ci hanno insegnato gli uomini grandi della nostra Brianza.

 

La nostra ragione e la ragione di chi amministra la nostra città è di fronte ad una decisione che condiziona almeno i prossimi 80 anni delle nostre vite. Una decisione che non può essere presa d’istinto, non può essere presa di nascosto, non può essere presa senza fare un conto economico e sociale delle conseguenze che ha per tutti.

E in questo caso, usare una ragione adeguata al problema che si ha di fronte, significa usare gli strumenti della tecnica, dell’economia e della corrispondenza solidale ai bisogni di tutti.

 

E’ questo conto economico e sociale che vogliamo fare insieme questa sera con la determinazione che questo lavoro debba portare ad una decisione perchè una decisione giusta e condivisa deve essere presa.